La moneta nel Medioevo

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Il periodo barbarico

Molti furono i popoli che nel periodo barbarico, si basarono sul sistema monetario romano per crearne uno proprio, come i goti o i vandali della Spagna che coniarono monete d'argento e di bronzo. I barbari si servirono addiritura delle stesse monete romane, imitate e contraffatte; mentre gli svevi e i visigoti deformarono le monete di Giustiniano e posero i nomi dei oro reggenti sulle monete d'oro bizantine
(tremissis- Figura 1). Un soldo corrispondeva a 40 denari, una tremissis a 13 denari e 1/3, corrispondenti all'incirca a 1/2 siliqua bizantina. Gli arabi, in particolare, crearono una monetadi forma
comoda ed elegante, ben presto imitata e molto diffusa.In questo periodo l'argento era il metallo più utilizzato nella realizzazione delle monete, mentre l'oro tendeva a emigrare verso Oriente; ciò accadde fino a quando Pipino il Breve (re dei franchi) proibì la coniazione delle monete d'argento.

Fu in seguito Carlo Magno che decise di unificare il sistema monetario dei vari luoghi sottemessi, nonostante nei primi anni aveva permesso loro di conservare ognuno il proprio, unificandolo in monometallico a base argentea: di una libbra d'argento si ricavavano 240 denari, 12 denari corrispondevano a un soldo e 20 soldi a una lira. Tutto ciò segnò l'origine della moneta moderna, anche perchè venne conferito unicamente al sovrano il diritto di battere monete.
Come si è affermato precedentemente il metallo impiegato per coniare le monete era l'argento; uno dei fattori che derternimò questo suo grande utilizzo fu sicuramente la scarsa disponibilità d'oro in Europa occidentale. La causa principale di questo è da ricercare nella situazione economica e sociale di questa parte d'Europa in quel tempo; ma altre furono le ragioni determinanti, tra le quali: la bassa produzione del prezioso metallo, l'esportazione di parte di quello prodotto in Oriente in cambio di merci, i numerosi saccheggi e inoltre gran parte dell'oro veniva tesaurizzata dalla Chiesa.

Naturalmente il fenomeno del trasferimento dell'oro, permise la circolazione di quest'ultimo nell'Impero d'Oriente. Dopo l'invasione musulmana, si ebbe la diffusione della stessa moneta dell'impero, monete d'oro che il califfo Adb-el-Malik fece coniare con iscrizioni tratte dal Corano, il dirham
(Figura 2), destinate a fare concorrenza al bisante (il soldo bizantino ). Ben presto il «denaro» musulmano si affermò in tutti i mercati e il suo prestigio aumentò per la bellezza dei caratteri. I musulamni ottenevano gran parte dell'oro utilizzato per coniare le monete, da saccheggi che gli stessi facevano alla chiese siriane, tombe egizie e tesori persiani. Anche tra le popolazioni indigine vi era una buona produzione d'oro, soprattutto derivata dalle miniere della Nubia e dalle «carovane» del Sudan e del Ghana. La grande disponibilità d'oro nel mondo arabo, permise la continuazione degli scambi tra Oriente e Occidente, soprattutto per due grandi vie: quella italiana attraverso Venezia e Amalfi e quella delle steppe, che andava dalla Scandinavia al Mar Nero.

La situazione "monetaria" del periodo si diversificava nelle diverse zone. In Francia, San Luigi tramite un'ordinanza stabilì, che la moneta reale avesse corso in tutto il regno, e quella dei signori solo nelle rispettive terre. I successori di San Luigi non accordarono più alcun diritto di coniazione a quelli già esistenti, e vietando l'imitazione e l'emissione di monete di qualità peggiore, favorirono la concentrazione portando ad affermare che ogni moneta in circolo era regia. In Inghilterra, dove esisteva ancora la moneta della Chiesa, e in Italia e Germania, ben presto la moneta ridivenne una funzione dello Stato, rendendo possibili grandissime trasformazioni del regime economico delle coniazioni. Due secoli dopo la riforma di Carlo Magno, il sistema feudale diede origine ad una serie di concessioni a enti ecclesiastici, feudatari, vescovati e abbazie portando alla realizzazione di un corpo così numeroso di emittenti tanto da creare una molteplicità di monete a cui va aggiunta la diversità di misure (imposte il più delle volte dalla stessa concessione) e di pesi a seconda dei luoghi.
Altra caratteristica del periodo fu l'aumento del potere d'acquisto dell'argento, che portò alla sua diminuzione di contenuto nel denaro dando origine alla bistura, con largo utilizzo di altre leghe che furono causa di vaste speculazioni a opera di reggenti e zecchieri senza scrupoli.

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